Video sulle Malattie cardiovascolari
Questo filmato riassume le nuove conoscenze sulle cause delle malattie cardiovascolari. La calcificazione delle arterie che sta all’origine dell’infarto cardiaco e dell’ictus apoplettico è una forma embrionale di una malattia che una volta colpiva i marinai: lo scorbuto.
Per meglio comprendere guardiamo all’interno di una arteria in sezione trasversale.
Possiamo riconoscere due importanti strutture: da un lato un rivestimento esterno definito tunica esterna della parete arteriosa costituita per lo più da collagene e altre molecole di tessuto connettivo.
Questa tunica è rivestita da uno strato di cellule che fa da barriera tra il flusso sanguigno e la parete dell’arteria. Questo strato è chiamato endotelio.
Una carenza di vitamine, in particolare di vitamina C, provoca due importanti cambiamenti nella struttura della parete arteriosa. Da un lato la tunica di tessuto connettivo comincia a disgregarsi perché a causa della mancanza di vitamina C non si producono più abbastanza molecole di collagene, dall’altro vengono a mancare le vitamine che fungono da materiale bioenergetico per le cellule che diventano così più piccole e meno numerose.
Tra le singole cellule si creano milioni di micro lacerazioni. Gli esseri umani, in caso di assenza totale di vitamina C, in quattro o sei mesi sono soggetti ad una rottura della parete arteriosa e alla fuoriuscita di sangue dalle arterie. Ecco che possiamo capire il motivo della morte di tanti marinai nei secoli passati dopo 4 o 6 mesi di alimentazione totalmente priva di vitamina C.
Questi uomini morivano letteralmente dissanguati. In una sequenza di immagini di questo video viene mostrato quanto il processo di calcificazione delle arterie sia simile alle fasi che caratterizzano l’insorgere della scorbuto.
Oggigiorno una totale carenza di vitamina C è rara, tuttavia da secoli il genere umano soffre di una carenza di vitamine nell’alimentazione. La completa rottura delle pareti arteriose e il dissanguamento, tipici dello scorbuto, sono un’eccezione. Molto più ricorrente è invece il graduale indebolimento della parete arteriosa nel corso dei decenni. Ma anche in questo caso si formano milioni di piccolissime striature nella parete arteriosa. Poiché tutto ciò avviene molto più lentamente in caso di scorbuto, ossia in diversi anni, il corpo ha il tempo di reagire. Il fegato produce più sostanze per la riparazione, come le lipoproteine raffigurate nel video in giallo: piccole particelle destinate al trasporto dei lipidi nel sangue.
Queste lipoproteine penetrano tra le cellule della parete arteriosa e tentano di ripararla. Con l’avanzare di questo processo si accumulano sempre più lipidi e altre sostanze riparatrici e infine si formano i temuti depositi. Se queste placche si accumulano nei vasi coronarici, le coronarie infine si occludono totalmente e sopraggiunge l’infarto cardiaco. Nelle arterie che forniscono sangue al cervello, tali depositi conducono all’ictus apoplettico. In una sequenza di immagini nel video viene mostrato l’effetto curativo della vitamina C sulla parete arteriosa.
Una sufficiente somministrazione di vitamina C che circola nel sangue, consente alle molecole di questa vitamina di inserirsi nelle parti danneggiate della parete arteriosa e di ripararle.
La vitamina C stimola la produzione di molecole di collagene che permettono alla tunica di tessuto connettivo, che conferisce solidità ai vasi sanguigni, di rigenerarsi. Inoltre le microlesioni tra le cellule del endotelio si richiudono; allo stesso modo in cui rientra nei danni da scorbuto mediante un ottimale somministrazione di vitamina C, anche i depositi nelle pareti arteriose possono essere eliminati.
Ciò non porterà sempre in tutti casi alla completa eliminazione del deposito, però saranno attivate quelle forze autocurative nelle zone delle pareti arteriose capaci di rigenerarsi.
Come nella fase di guarigione dello scorbuto per mezzo dell’alimentazione, le molecole di vitamina C nel sangue penetrano nella parete arteriosa e la riparano, lo stesso avviene anche in caso di accumulo di diversi depositi. In tal modo, naturalmente, anche il deposito di ulteriori lipidi e di altri materiali di riparazione nelle pareti arteriose diventa superfluo; anzi, le particelle di grasso già depositate, vengono espulse dalla parete arteriosa.
Questa demolizione avviene lentamente, in molti mesi, molecola dopo molecola.
È un processo biologico, non meccanico. A differenza dell’inserimento di un catetere e di altri procedimenti di tipo meccanico, durante i quali spesso frammenti di tessuto causano l’occlusione del flusso sanguigno, la demolizione naturale con l’aiuto delle vitamine è un processo delicato e senza rischi. Le molecole di lipidi eliminate entrano nel sangue che le trasporta fino alle al fegato e lì sono bruciate, quindi sono smaltite in maniera naturale.
Oltre alla vitamina C anche gli aminoacidi lisina e prolina giocano un ruolo importante per la rimozione dei depositi dalle pareti arteriose. Tali aminoacidi costruiscono una sorta di strato di “teflon” intorno alle molecole di lipidi del sangue, contribuendo al loro allontanamento dai depositi. In tal modo i depositi delle pareti arteriose si decompongono lentamente in maniera naturale. Nel frattempo studi clinici hanno accertato la naturale eliminazione delle calcificazioni arteriose.
Da questi studi risulta che con una somministrazione ottimale dei programmi vitaminici da noi sviluppati, si sia ottenuto un arresto della calcificazione delle arterie in un anno. In alcuni casi si è verificata la completa scomparsa dei depositi.
Guardando le immagini di questo video si comprende facilmente che ci troviamo agli albori di una nuova era della medicina e che presto gli impianti di bypass e del catetere saranno un ricordo del passato.